
Ed è a Betlemme, nella "Casa della Carne", che Dio si è fatto carne ed è venuto ad abitare in mezzo a noi diventando per noi cibo di salvezza.
Giovanni 6,35-59
Gesù rispose: «Io sono il pane della vita; chi viene a me non avrà più fame e chi crede in me non avrà più sete. Vi ho detto però che voi mi avete visto e non credete. Tutto ciò che il Padre mi dà, verrà a me; colui che viene a me, non lo respingerò, perché sono disceso dal cielo non per fare la mia volontà, ma la volontà di colui che mi ha mandato. E questa è la volontà di colui che mi ha mandato, che io non perda nulla di quanto egli mi ha dato, ma lo risusciti nell'ultimo giorno. Questa infatti è la volontà del Padre mio, che chiunque vede il Figlio e crede in lui abbia la vita eterna; io lo risusciterò nell'ultimo giorno». Intanto i Giudei mormoravano di lui perché aveva detto: «Io sono il pane disceso dal cielo». E dicevano: «Costui non è forse Gesù, il figlio di Giuseppe? Di lui conosciamo il padre e la madre. Come può dunque dire: Sono disceso dal cielo?».
Gesù rispose: «Non mormorate tra di voi. Nessuno può venire a me, se non lo attira il Padre che mi ha mandato; e io lo risusciterò nell'ultimo giorno. Sta scritto nei profeti: E tutti saranno ammaestrati da Dio. Chiunque ha udito il Padre e ha imparato da lui, viene a me. Non che alcuno abbia visto il Padre, ma solo colui che viene da Dio ha visto il Padre. In verità, in verità vi dico: chi crede ha la vita eterna.
Io sono il pane della vita. I vostri padri hanno mangiato la manna nel deserto e sono morti; questo è il pane che discende dal cielo, perché chi ne mangia non muoia. Io sono il pane vivo, disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo».
Allora i Giudei si misero a discutere tra di loro: «Come può costui darci la sua carne da mangiare?». Gesù disse: «In verità, in verità vi dico: se non mangiate la carne del Figlio dell'uomo e non bevete il suo sangue, non avrete in voi la vita. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna e io lo risusciterò nell'ultimo giorno. Perché la mia carne è vero cibo e il mio sangue vera bevanda. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue dimora in me e io in lui. Come il Padre, che ha la vita, ha mandato me e io vivo per il Padre, così anche colui che mangia di me vivrà per me. Questo è il pane disceso dal cielo, non come quello che mangiarono i padri vostri e morirono. Chi mangia questo pane vivrà in eterno».
Queste cose disse Gesù, insegnando nella sinagoga a Cafarnao.
(Giovanni 6,35-5)
E' stato deposto in una mangiatoia il Pane vivo disceso dal Cielo, e una mangiatoia là dove di si depone il cibo per gli animali.
Vengono i pastori ad adorare quel Pane fatto bambino, e gli animali che i pastori conducono sono le pecore, pecore che ci ricordano quelle pecore perdute della casa di Israele di cui parla Gesù ai suoi apostoli.
"Gesù ordinò ai Dodici: non andate tra i pagani e non entrate nelle città dei Samaritani. Rivolgetevi alle pecore perdute della casa d'Israele."
(Matteo 10,5-6)
«Non sono stato mandato se non alle pecore perdute della casa d’Israele»
(Matteo 15, 24)
La tradizione popolare e apocrifa ricorda poi due animali simbolici che riscaldano il bimbo col loro fiato: l'asino e il bue. Due animali umili che con la loro umiltà ben si accompagnano a quell'asina sulla quale Gesù entrerà in Gerusalemme prima della sua passione.
"Quando furono vicini a Gerusalemme e giunsero presso Bètfage, verso il monte degli Ulivi, Gesù mandò due discepoli, dicendo loro: «Andate nel villaggio di fronte a voi e subito troverete un’asina, legata, e con essa un puledro. Slegateli e conduceteli da me. E se qualcuno vi dirà qualcosa, rispondete: “Il Signore ne ha bisogno, ma li rimanderà indietro subito”». Ora questo avvenne perché si compisse ciò che era stato detto per mezzo del profeta: «Dite alla figlia di Sion: “Ecco, a te viene il tuo re, mite, seduto su un’asina e su un puledro, figlio di una bestia da soma”»." (Mt 21,1-11)
E' davvero straordinario il fatto che Colui il quale, una volta cresciuto e divenuto Maestro, dirà di se stesso «Io sono il pane vivo, disceso dal cielo. » e «io darò è la mia carne per la vita del mondo» sia nato proprio in un luogo chiamato Casa del Pane e Casa della Carne e che, proprio Lui che si è detto "cibo" destinato alle "pecore" della vecchia e della nuova Israele, sia stato deposto in una mangiatoia.
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