domenica 26 aprile 2015

I nomi

GESU'
Dio salvatore
E' l'adattamento italiano del nome aramaico יֵשׁוּעַ (Yeshu'a), passato in greco biblico come Ἰησοῦς (Iēsoûs) e in latino biblico come Iesus; si tratta di una tarda traduzione aramaica del nome ebraico יְהוֹשֻׁעַ (Yehoshu'a), ovvero Giosuè, che ha il significato di "YHWH è salvezza", "YHWH salva". Questo nome è noto a livello internazionale per essere stato portato da Gesù, detto "il Cristo", figura centrale del Nuovo Testamento, venerato come il figlio di Dio dai cristiani e considerato un importante profeta anche dai musulmani.

MARIA
L'amore di Dio
E' la forma latina del greco biblico Μαρία (María), a sua volta mutuato dall'ebraico מִרְיָם (Miryam)- tale nome è passato in greco anche come Μαριαμ (Mariam), dove le due forme erano intercambiabili, giungendo poi in italiano come Miriam.
Sono numerose le ipotesi riguardanti la sua etimologia e il suo significato. La teoria più accreditata propone un'origine egizia, basata su mry o mr (rispettivamente "amata" e "amore"). Tale teoria è supportata anche dal fatto che l'unico personaggio che porta questo nome, nell'Antico Testamento, è la sorella di Mosè Miriam, nata proprio in Egitto. Una teoria sviluppata all'inizio del XX secolo accosta al termine egizio il nome di Yam (un dio del Levante, correlabile a YHWH), dando il significato di "amata da YHWH" o "che ama YHWH".
Sono però numerose e propugnate da diversi studiosi altre teorie che vedono Miryam come un nome originatosi direttamente all'interno della lingua ebraica. Wilhelm Gesenius fu il primo a considerarlo un composto di meri e am ("la loro ribellione"); più avanti abbandonò tale teoria, che venne comunque portata avanti da alcuni suoi studenti. È stata proposta anche la derivazione dal solo termine meri, quindi "ribellione".
Degna di nota, sebbene probabilmente errata, è l'interpretazione che darebbe a Maria il significato di "mare amaro", come composto di mar ("amaro") e yam ("mare"). Tale teoria venne riportata in un'opera di san Girolamo tratta dall'Onomastica di Origene e Filone, che era però in pessime condizioni quando Girolamo la riscrisse; inoltre, dato che in ebraico l'aggettivo segue il sostantivo a cui è riferito, un composto di tali termini avrebbe dovuto essere yam mar, non mar yam. È riportata di frequente una leggera variazione sul tema, "mare di amarezza", nonché derivazioni simili basate su un solo termine, come "amareggiata", "addolorata" o "grande dolore" (da marar o marah) o "amarezza" (da merum, a sua volta sempre da marar, derivazione però grammaticalmente errata); va notato che è da queste radici che deriva il nome Mara.
Altre interpretazioni, sempre basate su termini ebraici, sono "guarita"] (etimologia incerta), "grassa" o "ben nutrita" (da mara), "signora" o "principessa" (da mari), "forte" o "che governa" (da marah), "desiderata per figlia" (etimologia incerta), "mirra" (da mor, anche se non è chiaro come tale termine possa essere identificato in Miryam), "mirra del mare" (da mor e yam), "signora del mare" (da mari e yam) e goccia del mare (da mar e yam). Quest'ultima venne riportata anche da san Girolamo e si ritrova anche in una manoscritto di Bamberga di fine del XIX secolo come stilla maris: come testimoniato da diversi studiosi (Varrone, Quintiliano, Aulo Gellio), quando i trascrittori latini scambiarono molte i con e, l'espressione divenne stella maris, "stella del mare", che resta una delle interpretazioni più diffuse del nome ed è tuttora uno dei titoli della Madonna.

"I nomi dei dodici apostoli sono questi: il primo, Simone detto Pietro, e Andrea suo fratello; Giacomo di Zebedeo e Giovanni suo fratello; Filippo e Bartolomeo; Tommaso e Matteo il pubblicano; Giacomo d’Alfeo e Taddeo; Simone il Cananeo e Giuda l’Iscariota, quello stesso che poi lo tradì".


SIMONE
Colui che ascolta
Deriva dal nome ebraico שִׁמְעוֹן (Shim'on), basato su שָׁמַע (shamá', "ascoltare"), portato da numerosi personaggi della Bibbia, che vuol dire "che ascolta" o "Egli ha ascoltato"; questo significato è testimoniato anche in Genesi 29,33, dove Lia, moglie di Giacobbe, ringrazia il Signore di averle fatto concepire Simeone dicendo "L'Eterno ha udito che io non ero amata, e perciò mi ha dato anche questo figlio"; alternativamente potrebbe significare anche "piccola iena". In greco, il nome venne adattato come Σῠμεών (Symeon), da cui il latino Symeon e l'italiano Simeone. Nel Nuovo Testamento, però, al suo posto venne adoperato un soprannome nativo greco, Σίμων (Simon), derivato dal termine σῖμος (simos, "dal naso camuso"), da cui l'odierno "Simone". Questo secondo nome è attestato per la prima volta nella letteratura da Pseudo-Igino nelle Fabulae, dove è il nome di uno dei giovani pirati trasformati in delfini da Dioniso.


PIETRO
La roccia
 Deriva dal nome greco Πετρος (Petros), passato in latino come Petrus, che vuol dire letteralmente "roccia", "pietra"; esso è la traduzione, usata nella maggioranza delle versioni del Nuovo Testamento, del nome Cefa, di origine aramaica e di identico significato, che era l'appellativo dato da Gesù (in Mt 16,13-20) all'apostolo Simone (poi noto come Simon Pietro o solo Pietro, appunto).
La figura di Pietro, considerato il primo Papa e venerato come santo dai cristiani, permise al nome di diffondersi in varie forme in tutto il mondo cristiano sin dai primi secoli, rafforzandosi poi ulteriormente grazie al culto di altri santi così chiamati.
In Inghilterra venne introdotto dai Normanni nella forma Piers, passata poi a Peres, che diede origine a diversi cognomi quali Pierce e Pearson, sostituita mano a mano da Peter a partire dal XV secolo.

ANDREA
Il virile
Proviene dal nome greco Ἀνδρέας (Andréas), derivato da ἀνήρ (anḗr), genitivo ἀνδρός (andrós), che indica l'uomo con riferimento alla sua mascolinità, contrapposto alla donna con la sua femminilità; in latino ha un corrispondente in vir, viri, mentre uomo nel significato di "genere umano" è homō, hominis in latino e ἄνθρωπος (ánthrōpos), ἀνθρώπου (anthrṓpou) in greco. Viene ricondotto anche ad ἀνδρεία (andréia), termine correlato che indica "forza", "valore", "coraggio", "virilità", "mascolinità".
Lo stesso elemento che compone il nome Andrea si ritrova anche in altri nomi, quali Androclo, Androgeo e Andronico – nomi di cui la forma greca originaria poteva anche costituire un ipocoristico – e anche Alessandro, Leandro, Lisandro e Cassandro. Per significato, inoltre, è analogo al nome Arsenio, di origine greca, nonché al desueto nome latino Mascula.
Il nome era anticamente molto usato dai pagani greci, grazie ai quali si sparse in Palestina, nel Vicino Oriente e in Egitto una volta che la cultura greca vi penetrò. Grazie alla venerazione verso sant'Andrea apostolo e vari altri santi, il nome ha goduto di ampia popolarità negli ambienti cristiani fin dai primi tempi, e in particolare nel Medioevo. La variante femminile inglese Andra è in uso solo dal XX secolo. Secondo l'ISTAT, è uno dei nomi maschili più utilizzati per i nuovi nati in Italia dell'inizio del XXI secolo, essendo stato il terzo nome più scelto negli anni dal 2004 al 2012 (con l'eccezione del 2009 in cui si attestò al quarto posto), mentre tra la popolazione adulta, risulta particolarmente frequente in Lombardia. Secondo altre statistiche sarebbe inoltre il nome più diffuso al mondo.

GIACOMO
Protetto da Dio
Deriva dal nome ebraico יעקב (Ya'ãqōb) che nella Genesi fu dato a Giacobbe, patriarca d'Israele, figlio di Isacco e Rebecca, nato in un parto gemellare dopo il fratello Esaù (Gen 25,25-26). Generalmente è interpretato come derivante da aqebh "tallone, calcagno" (perché Giacobbe era nato stringendo con la sua mano il tallone del fratello) o anche da aqab "soppiantare" (perché soppiantò Esaù nella primogenitura). In maniera più probabile è un nome teoforico, con l'aggiunta della radice qb, "proteggere" e significherebbe "Dio ha protetto".
Dal nome ebraico, attraverso l'adattamento greco Ιάκωβ (Iako'b) e latino Iacób deriva l'italiano Giacobbe. Nella Bibbia il nome compare successivamente nel Nuovo Testamento a designare due apostoli: Giacomo il Maggiore, figlio di Zebedeo e Giacomo il Minore detto l'Alfeo. Per distinguerli dal patriarca, i loro nomi furono resi nella lingua greca come Ιάκωβος (Iakobos) e in quella latina Iacóbus o Iácobus, da cui poi le forme Giàcobo e Iacopo, ormai antiquate, e infine l'italiano Giacomo.

GIOVANNI
Dio ha concesso misericordia
Deriva dall'ebraico Yehōchānān (יהוחנן), composto da Yehō- (o Yah), abbreviazione di Yahweh (nome proprio di Dio nella tradizione ebraica, nominato però sempre attraverso il tetragramma (YHWH), e da chānān che significa "ebbe misericordia (o grazia)", e vuol dire letteralmente "Dio ha avuto misericordia (o grazia)" o "Dono di Dio". Dalla stessa radice di Giovanni derivano anche altri nomi, quali Ivano ed Evan. Il nome inglese Hank, in origine derivato da Giovanni (per via del diminutivo medievale Hankin) è ad oggi usato come diminutivo di Henry.
Anticamente veniva imposto ad un figlio lungamente atteso e nato quando ormai i genitori avevano perso la speranza di essere rallegrati dalla nascita di un bimbo.

FILIPPO
Il cavaliere
Deriva dal nome greco antico Φίλιππος (Philippos), composto da φιλος (philos, "amico", "amante") e ‘ιππος (hippos, "cavallo"), e vuol dire "amico dei cavalli", "amante dei cavalli" (per estensione "cavaliere" o anche "bellicoso").
Va ricordato, per maggior chiarezza, che la figura del cavallo si riscontra di frequente nell'antica onomastica greca (si pensi a nomi quali Ipparco, Ippocrate, Ippolito, Melanippo, Santippe e via dicendo), trattandosi di un animale particolarmente caro alla società greca dell'epoca classica.
Il nome appare nel Nuovo Testamento, portato dall'apostolo Filippo in primo luogo, e secondariamente da un diacono, Filippo, evangelizzatore della Samaria. Il nome inizialmente riscosse più successo fra i cristiani orientali, giungendo nell'Occidente durante il Medioevo; in quel periodo era piuttosto comune anche in Inghilterra, dove il suo uso calò successivamente, nel XVII secolo, dopo il tentativo d'invasione di Filippo II di Spagna, riprendendosi solo nel XIX secolo.
Latinizzato nella forma Philippus, il nome Filippo conosce diverse abbreviazioni o ipocoristici, anche se l'abbreviazione più nota a livello nazionale è quella in Pippo. La variante Lippo, dal canto suo, è più regionale e tipica della Toscana.

BARTOLOMEO
Il figlio dell'anziano
Deriva da Βαρθολομαιος (Bartholomaios), la forma greca di un nome aramaico (bar Talmay) che significa "figlio di Talmai" (il nome Talmai vuol dire "rugoso", "pieno di rughe"). È un nome di tradizione biblica: nel Nuovo Testamento è chiamato Bartolomeo uno degli apostoli di Gesù (nel Vangelo di Giovanni l'apostolo è chiamato "Natanaele", chiarendo che nel suo caso "Bartolomeo" non è che una specie di patronimico).
In Inghilterra il nome, nella forma Bartholomew, si diffuse durante il Medioevo per la venrerazione verso l'apostolo.

NATANAELE
Dio ha dato
Deriva dall'ebraico נְתַנְאֵל (Nethanel, Netan'el), che significa "Dio ha dato"; è quindi correlato etimologicamente ai prenomi Nathan e Gionata. È il nome di un personaggio del Nuovo Testamento, identificato spesso con l'apostolo Bartolomeo (il cui nome sarebbe stato Nathanael bar Tolomai, dove bar Tolomai, mutuato nel nome attuale Bartolomeo, significa "figlio di Talmai").
In inglese, la forma Nathaniel è in uso sin dalla Riforma Protestante, sostituendo sempre la forma Nathanael che pure è usata nella maggioranza delle versioni inglesi del Nuovo Testamento.

TOMMASO
Il gemello
Risale, tramite il greco Θωμας (Thomas) e il latino Thomas, al nome aramaico תָּאוֹמָא (Ta'oma' o Te'oma), che alla lettera vuol dire "gemello"; ha quindi significato analogo ai nomi Didimo e Gemino.
Si tratta di un nome di tradizione biblica, portato nel Nuovo Testamento dall'apostolo Tommaso, grazie al quale si diffuse in ambiti cristiani. Caso particolare è l'Inghilterra dove, prima della conquista, era usato solo come nome sacerdotale; importato dai normanni, divenne ben presto uno dei nomi più comuni, anche grazie alla figura di Tommaso Becket.

MATTEO
Il dono di Dio
Deriva dal nome ebraico מַתִּתְיָהוּ (Mattityahu) che, composto dai termini matath ("dono") e Yah (abbreviazione di "YHWH"), può essere tradotto come "dono di YHWH".
Latinizzato nella forma Matthaeus, sulla base dell'adattamento greco Ματθαίος (Matthaios), il nome Matteo condivide la stessa origine dei nomi Mattia, Maffeo e Mazzeo.

TADDEO
...
Deriva dal nome greco biblico Θαδδαιος (Thaddaios), latinizzato in Thaddaeus o Thaddeus e derivante a sua volta dall'aramaico Thaddai. Thaddai, a seconda delle interpretazioni, viene ricollegato ad una parola che significa "cuore" oppure al significato "colui che loda"; a sua volta l'aramaico Thaddai potrebbe essere l'unione dei nomi ebraici Thad e Lebbeo, il primo col significato di "magnanimo", "generoso", il secondo "coraggioso", "ardito"; potrebbe però anche trattarsi di una forma aramica di nomi greci come Teodoro o Teodosio. Addai è la variante siriaca di Thaddai, che riscontriamo in Taddeo di Edessa, discepolo prima di Tommaso e poi di Giuda Taddeo.

SAUL
Il desiderato
Deriva dall'ebraico שָׁאוּל (Sha'ul), e significato "richiesto", "domandato", "desiderato", lo stesso del nome spagnolo Rogelio. Va notato che la sua forma lituana, Saulius, è anche, più propriamente, la variante maschile di Saulė.
Il nome è di tradizione biblica: era infatti portato da Saul, re d'Israele prima di Davide, ed era anche il nome di san Paolo prima della sua conversione.

PAOLO
Il piccolo
Deriva dal latino Paulus, noto fin dall'epoca dell'antica Roma, trattandosi del cognomen romano della gens Aemilia. È tratto dall'omonimo aggettivo, paulus, che significa, in senso stretto, "di piccola quantità", "piccolo".
Considerando il contesto dei cognomina romani, è possibile che, in origine, Paulus venisse imposto o al figlio più giovane (ovvero "il più piccolo") della famiglia oppure al più piccolo o più giovane fra due membri omonimi dello stesso nucleo familiare (ad esempio nel caso della tradizionale omonimia fra nonno e nipote o, talvolta, anche fra padre e figlio o ancora tra fratelli, e via dicendo). La stessa logica, per maggior chiarezza, fa da sfondo a tutta una serie di cognomina latini, quali ad esempio Primo, Secondo, Terzo, Maggiore, Massimo, Magno, e così via.
Nel corso dei secoli l'accezione di questo termine si estese fino a significare anche "umile". Questo significato, in particolare, fa da sfondo alla popolarità del nome Paolo fra i primi cristiani, accentuata poi notevolmente dalla figura di san Paolo (il cui nome originale era Saul); il culto verso i numerosi santi così chiamati ha poi sostenuto la diffusione del nome, permettendogli anche di resistere al dominio longobardo, durante il quale gran parte dei nomi latini andò fuori uso. Per quanto riguarda l'Inghilterra, era piuttosto raro durante il Medioevo, cominciando ad avere una diffusione degna di nota solo a partire dal XVII secolo. Da Paolo deriva anche il cognome Paul.

GIUDA
L'uomo d'onore
È un nome di origine aramaica, basato su yehudah, che significa "onorato", "lodato".
Nella Bibbia era il nome di uno dei dodici figli di Giacobbe e Lia, capo della tribù omonima, e da cui discesero Re Davide (i cui nipoti regnarono sul regno di Giuda) e Gesù. Era inoltre il nome dell'Iscariota, l'apostolo che tradì Gesù, e di diversi altri personaggi. La variante inglese Jude venne usata per distinguere Giuda Taddeo da Giuda Iscariota. Proprio a causa di quest'ultimo, in Italia il nome non conobbe grande popolarità.

giovedì 16 aprile 2015

Voi chi dite che io sia?

Disse loro: «Voi chi dite che io sia?». Rispose Simon Pietro: «Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente». E Gesù: «Beato te, Simone figlio di Giona, perché né la carne né il sangue te l'hanno rivelato, ma il Padre mio che sta nei cieli. E io ti dico: Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia chiesa e le porte degli inferi non prevarranno contro di essa. A te darò le chiavi del regno dei cieli, e tutto ciò che legherai sulla terra sarà legato nei cieli, e tutto ciò che scioglierai sulla terra sarà sciolto nei cieli». Allora ordinò ai discepoli di non dire ad alcuno che egli era il Cristo.
Matteo 16,15-20

Ma egli replicò: «E voi chi dite che io sia?». Pietro gli rispose: «Tu sei il Cristo». E impose loro severamente di non parlare di lui a nessuno.
Marco 8,29-30

Allora domandò: «Ma voi chi dite che io sia?». Pietro, prendendo la parola, rispose: «Il Cristo di Dio». Egli allora ordinò loro severamente di non riferirlo a nessuno.
Luca 9,20-21

domenica 5 aprile 2015

giovedì 2 aprile 2015

Dio si fa servo

"Gesù, sapendo che il Padre gli aveva dato tutto nelle mani e che era venuto da Dio e a Dio ritornava, si alzò da tavola, depose le vesti, prese un asciugamano e se lo cinse attorno alla vita. Poi versò dell'acqua nel catino e cominciò a lavare i piedi dei discepoli e ad asciugarli con l'asciugamano di cui si era cinto. Venne dunque da Simon Pietro e questi gli disse: «Signore, tu lavi i piedi a me?». Rispose Gesù: «Quello che io faccio, tu ora non lo capisci; lo capirai dopo». Gli disse Pietro: «Tu non mi laverai i piedi in eterno!». Gli rispose Gesù: «Se non ti laverò, non avrai parte con me». Gli disse Simon Pietro: «Signore, non solo i miei piedi, ma anche le mani e il capo!». Soggiunse Gesù: «Chi ha fatto il bagno, non ha bisogno di lavarsi se non i piedi ed è tutto puro; e voi siete puri, ma non tutti». Sapeva infatti chi lo tradiva; per Quando ebbe lavato loro i piedi, riprese le sue vesti, sedette di nuovo e disse loro: «Capite quello che ho fatto per voi? Voi mi chiamate il Maestro e il Signore, e dite bene, perché lo sono. Se dunque io, il Signore e il Maestro, ho lavato i piedi a voi, anche voi dovete lavare i piedi gli uni agli altri. Vi ho dato un esempio, infatti, perché anche voi facciate come io ho fatto a voi." 
(Gv. 13,3-15)