giovedì 29 gennaio 2015

Barabba e il Nazareno

Il governatore era solito, per ciascuna festa di Pasqua, rilasciare al popolo un prigioniero, a loro scelta. Avevano in quel tempo un prigioniero famoso, detto Barabba. Mentre quindi si trovavano riuniti, Pilato disse loro: «Chi volete che vi rilasci: Barabba o Gesù chiamato il Cristo?». Sapeva bene infatti che glielo avevano consegnato per invidia.
Mentre egli sedeva in tribunale, sua moglie gli mandò a dire: «Non avere a che fare con quel giusto; perché oggi fui molto turbata in sogno, per causa sua». Ma i sommi sacerdoti e gli anziani persuasero la folla a richiedere Barabba e a far morire Gesù. Allora il governatore domandò: «Chi dei due volete che vi rilasci?». Quelli risposero: «Barabba!». Disse loro Pilato: «Che farò dunque di Gesù chiamato il Cristo?». Tutti gli risposero: «Sia crocifisso!». Ed egli aggiunse: «Ma che male ha fatto?». Essi allora urlarono: «Sia crocifisso!».
Pilato, visto che non otteneva nulla, anzi che il tumulto cresceva sempre più, presa dell'acqua, si lavò le mani davanti alla folla: «Non sono responsabile, disse, di questo sangue; vedetevela voi!». E tutto il popolo rispose: «Il suo sangue ricada sopra di noi e sopra i nostri figli». Allora rilasciò loro Barabba e, dopo aver fatto flagellare Gesù, lo consegnò ai soldati perché fosse crocifisso. 

Matteo 27,17-26

E' chiarissimo che Barabba rappresenta "l'altro Gesù", il Gesù della politica, della liberazione armata, della violenza. 
Barabba è il Gesù "liberatore" figlio di "questo mondo", il liberatore che se non muore, se raggiunge il potere si fa tiranno spietato. 
Indipendentista, pauperista, socialista.... terrorista. 

"Volete Gesù... (volete Dio che si fa agnello sacrificale) o volete Barabba (volete l'uomo che decide di "salvarsi" da solo, con la forza delle idee e delle armi)?
La folla risponde, grida: "Liberate Barabba!" 

Ecco, Dio è solo davanti alla croce. L'uomo sceglie l'uomo, e  condanna Dio a morire.
Non ci saranno per Gesù il Narareno facili vie di fuga. Non ci saranno scambi di persone. 
L'amore di Dio è tale che morirà per l'uomo, crocifisso dall'uomo stesso.
Per la festa egli era solito rilasciare un carcerato a loro richiesta. Un tale chiamato Barabba si trovava in carcere insieme ai ribelli che nel tumulto avevano commesso un omicidio. La folla, accorsa, cominciò a chiedere ciò che sempre egli le concedeva. Allora Pilato rispose loro: «Volete che vi rilasci il re dei Giudei?». Sapeva infatti che i sommi sacerdoti glielo avevano consegnato per invidia. Ma i sommi sacerdoti sobillarono la folla perché egli rilasciasse loro piuttosto Barabba. Pilato replicò: «Che farò dunque di quello che voi chiamate il re dei Giudei?». Ed essi di nuovo gridarono: «Crocifiggilo!». Ma Pilato diceva loro: «Che male ha fatto?». Allora essi gridarono più forte: «Crocifiggilo!». E Pilato, volendo dar soddisfazione alla moltitudine, rilasciò loro Barabba e, dopo aver fatto flagellare Gesù, lo consegnò perché fosse crocifisso. 
 Marco - Capitolo 15,6-15


sabato 24 gennaio 2015

San Tito: il peccatore che è segno di speranza



Insieme con lui furono crocifissi due ladroni, uno a destra e uno a sinistra.   
Uno dei malfattori appesi alla croce lo insultava: «Non sei tu il Cristo? Salva te stesso e anche noi!».  
Ma l'altro lo rimproverava: «Neanche tu hai timore di Dio e sei dannato alla stessa pena? Noi giustamente, perché riceviamo il giusto per le nostre azioni, egli invece non ha fatto nulla di male».  
E aggiunse: «Gesù, ricordati di me quando entrerai nel tuo regno».
Gli rispose: «In verità ti dico, oggi sarai con me nel paradiso».

Luca 23


L'umanità è compresa tutta lì, in quei due delinquenti che muoiono crocifissi insieme a Gesù. Non possiamo che essere o l'uno o l'altro dei due crocifissi. tertium non datur.

Uno è quell'umanità che ancora di fronte alla sofferenza e alla morte esprime la pretesa: «Non sei tu il Cristo? Salva te stesso e anche noi!». Non invoca, ma sfida: Dio, se davvero tu esisti allora fa ciò che io ti ordino di fare: lenisci le mie pene, salvami dalla morte, e fallo qui e ora, e come voglio io. Se resterò inascoltato sarà perchè tu Dio non esisti o perchè sei ingiusto o, peggio, sei impotente di fronte al male!

Poi l'altro, che è l'umanità che chiede aiuto. L'umanità che non sfida, non pretende, non vuole piegare Dio ad un proprio disegno di salvezza, parziale, provvisorio e terreno, ma che si consegna al disegno di salvezza di Dio, che si affida: «Gesù, ricordati di me quando entrerai nel tuo regno». 

Entrambi i crocifissi sono peccatori, entrambi sono "giustamente" condannati alla morte: questa è la condizione dell'uomo, di soffrire e di morire, è la condizione di tutti gli uomini, nessuno escluso. Questo è il frutto del peccato originale.
Entrambi gli uomini si rivolgono a Gesù, a Dio, ma Gesù ad uno solo  dà una risposta, a quello che gli si è affidato; all'altro non rivolge niente più che un gelido silenzio. Dio non parla a chi lo sfida, mentre parla con parole di vita eterna a chi si affida. «In verità ti dico, oggi sarai con me nel paradiso».

In un solo istante, in un unica scena, si riassume l'intera vicenda cristiana; ecco i due atteggiamenti opposti dell'uomo rispetto alla croce umana e a quella divina: quello di chi consegna se stesso al Dio-Con-Noi, al Dio-Salvatore che gli si mostra crocifisso accanto, e quello di chi rifiuta la croce e che pretende, al posto del Dio crocifisso, un dio plasmabile e soggiogato alla maniera degli uomini. Ecco ancora il silenzio di Dio a chi non gli si affida, e la risposta di salvezza immediata all'uomo che si fida di Lui.
Ed ecco, infine, il prototipo dell'umanità salvata: il peccatore crocifisso che sta alla destra di Gesù, il buon ladrone, il buon peccatore. 
La Salvezza è questa, il Cristo, il Dio che si è incarnato e che ha scelto di morire in mezzo agli uomini. Chi crede in Lui ha la vita eterna.


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Sulla necessità del battesimo

Il crocifisso a cui Gesù annncia il paradiso non è un battezzato. Non ha nulla che lo possa far apparire come un convinto discepolo di Cristo. E allora, come può essere salvato?
Il battesimo è ben di più che dell'acqua versata in capo, è la morte dell'uomo vecchio e la nascita dell'uomo libero, libero in Cristo, libero, certo, anche di peccare se usa male della sua libertà.
Il battesimo è il diluvio universale che fa morire la vecchia umanità, ma di essa fa sopravvivere il buon ceppo di Noè. 
Il battesimo è il Nilo che porta Mosè alla salvezza. Il battesimo è il Mar Rosso che fa morire e rinascere il popolo d'Israele liberandolo dalla schiavitù d'Egitto.
E il battesimo è l'unzione crismale che consacra il cristiano come figlio di Dio. Nell'unzione cristiana l'uomo è consacrato profeta perchè ascolti e parli la lingua di Dio, re perchè sia servo degli uomini alla maniera di Gesù, e sacerdote perchè sacrifichi la sua vita in nome di Dio per la salvezza di tutti e possa mangiare dell'Agnello presso l'altare.
Il cristiano è profeta in Cristo, re in Cristo e sacerdote in
Cristo, e ciò in virtù del battesimo ricevuto in acqua e Spirito Santo.


Il battesimo è la porta che apre all'esperienza cristiana e alla vita eterna. Senza la porta non si accede alla regalità, alla profezia e al sacerdozio di Cristo. Ma di certo sono la fede, la speranza e la carità che permettono di dare vera vita al battesimo, perchè esso non rimanga una porta chiusa. 
Il battesimo è Dio stesso che entra nell'uomo, ma sta all'uomo lasciare che Dio operi in lui la conversione e lo conduca alla vita eterna. 


Il "buon ladrone", chiamato san Tito, è andato forse in paradiso senza battesimo? No, perchè il suo "battesimo" era là a pochi metri da lui, crocifisso come lui, era Gesù. E lui l'ha accolto in sè come Salvatore. 



lunedì 5 gennaio 2015

Salvezza dentro e fuori la chiesa


 Ogni singola parola di questi passi del Vaticano II è ragionata.  
«Solo per mezzo della cattolica Chiesa di Cristo, che è lo strumento generale della salvezza, si può ottenere tutta la pienezza dei mezzi di salvezza. In realtà al solo collegio apostolico con a capo Pietro crediamo che il Signore ha affidato tutti i beni della Nuova Alleanza, per costituire l'unico corpo di Cristo sulla terra, al quale bisogna che siano pienamente incorporati tutti quelli che già in qualche modo appartengono al popolo di Dio ». «parecchi elementi di santificazione e di verità» «si trovano fuori dei confini visibili della Chiesa cattolica, come la Parola di Dio scritta, la vita della grazia, la fede, la speranza e la carità, e altri doni interiori dello Spirito Santo ed elementi visibili». Lo Spirito di Cristo si serve di queste Chiese e comunità ecclesiali come di strumenti di salvezza, la cui forza deriva dalla pienezza di grazia e di verità che Cristo ha dato alla Chiesa cattolica. Tutti questi beni provengono da Cristo e a lui conducono e «spingono verso l'unità cattolica».

Io credo che la salvezza sia possibile per gli uomini solo grazie a Cristo, e perciò grazie al corpo di Cristo che è la chiesa. Ma credo che la salvezza, che viene dal sacrificio sacerdotale di Cristo (la Croce) e dalla sua chiesa, che di Cristo è il permanere storico ed immanente sulla terra, non sia un tesoro esclusivo. Come la luce e il calore non sono un tesoro esclusivo del sole, ma si irraggiano, illuminano e riscaldano tutt'intorno, sulle cose togliendole dalle tenebre e dal gelo, così la chiesa per le sue preghiere in favore dell'umanità e per il sacrificio che essa compie in questo mondo, irradia la Luce di Dio e la Sua Grazia, e favorisce in tal modo la salvezza di tutti. Non solo dentro la chiesa dunque, ma solo grazie alla chiesa, vi è Salvezza. E solo per chi "compie la volontà del Padre".

domenica 4 gennaio 2015

le cose che non esistono

Ci sono più cose in cielo e in terra, Orazio, di quante ne sogni la tua filosofia.

Forse non tutte le cose che non esistono è vero che non esistono, forse chi crede in esse ha ragioni serie per farlo, ed esse, talvolta... esistono.

Domande sulla mia fede

Come faccio a dire che Gesù è stato realmente Dio? 
Ma come potrei non dirlo data la mia esperienza di Cristo? Le sue parole, i suoi gesti, tutto risuona in me come solo la voce di Dio può risuanre. In Lui c'è l'amore, la giustizia, l'autorità, la mitezza, e ci sono quelle parole di vita eterna che soltanto Dio può avere.
Ho cercato in mille modi di "smontare" la figura di Cristo e non ci sono mai riuscito.

Come faccio a pensare che la chiesa sia la Sua chiesa? 
Lo dice la storia che la chiesa è qella di Cristo, basta studiarla, e lo dice la dottrina che è fedele al vangelo. Lo dicono i santi che sono una prova della fedeltà della chiesa al Signore.

Come faccio a credere nelle Scritture come divine e inalterabili? 
Le credo divine Perchè lo sono di fatto. C'è una ale abbondanza di segni che anhe solo un decimo della Scrittura potrebbe bastare a far credere in Dio e in Gesù Cristo. Come non vedere in Mosè che attraversa il Mar Rosso col popolo la profezia di Cristo che muore e risorge, e della chiesa? O non vedere in Davide il piccolo Gesù che sconfigge il "signore di questo mondo"con la forza della sua parola?

Come faccio ad essere certo che quelle che sembrano solo delle mie suggestioni siano invece manifestazioni divine? 
Perchè trovano sempre conferma nella scrittura, e nelle esperienze dei miei fratelli cristiani, e perfino in quelle dei credenti di altre fedi. Perchè non sono suggestioni, ma osservazioni razionali in armonia col senso della vita e delle cose.  

sabato 3 gennaio 2015

Perché io ho avuto fame e mi avete dato da mangiare

Matteo 25,31-46

Quando il Figlio dell'uomo verrà nella sua gloria con tutti i suoi angeli, si siederà sul trono della sua gloria. E saranno riunite davanti a lui tutte le genti, ed egli separerà gli uni dagli altri, come il pastore separa le pecore dai capri, e porrà le pecore alla sua destra e i capri alla sinistra. Allora il re dirà a quelli che stanno alla sua destra: Venite, benedetti del Padre mio, ricevete in eredità il regno preparato per voi fin dalla fondazione del mondo. Perché io ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere; ero forestiero e mi avete ospitato, nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato, carcerato e siete venuti a trovarmi. Allora i giusti gli risponderanno: Signore, quando mai ti abbiamo veduto affamato e ti abbiamo dato da mangiare, assetato e ti abbiamo dato da bere? Quando ti abbiamo visto forestiero e ti abbiamo ospitato, o nudo e ti abbiamo vestito? E quando ti abbiamo visto ammalato o in carcere e siamo venuti a visitarti? Rispondendo, il re dirà loro: In verità vi dico: ogni volta che avete fatto queste cose a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l'avete fatto a me. 
Poi dirà a quelli alla sua sinistra: Via, lontano da me, maledetti, nel fuoco eterno, preparato per il diavolo e per i suoi angeli. Perché ho avuto fame e non mi avete dato da mangiare; ho avuto sete e non mi avete dato da bere; ero forestiero e non mi avete ospitato, nudo e non mi avete vestito, malato e in carcere e non mi avete visitato. Anch'essi allora risponderanno: Signore, quando mai ti abbiamo visto affamato o assetato o forestiero o nudo o malato o in carcere e non ti abbiamo assistito? Ma egli risponderà: In verità vi dico: ogni volta che non avete fatto queste cose a uno di questi miei fratelli più piccoli, non l'avete fatto a me. E se ne andranno, questi al supplizio eterno, e i giusti alla vita eterna».

 Puoi amare Dio, puoi curarlo, e giocare con lui, sfamarlo, insegnarli a leggere e a scrivere, e a camminare, e cambiagli i panni, o le bende; o farti medicare dalle sue mani, farti sorreggere da lui, farti consolare, o lasciarti imboccare quando sei vecchio e malato.
Ma prima devi vedere Dio negli umani. 
Il messaggio di Gesù Cristo va oltre l'amore per un dio astratto e lontano, dice: "puoi tenermi in braccio in un bambino", e quando vedi Dio, il Creatore, l'Onnipontente che si fa tenere in braccio da te... è già il paradiso nel tuo cuore.
  
Per noi cristiani Dio si fa adorare nel suo tempio, che è l'uomo fatto a sua immagine e somiglianza: curare le piaghe di un malato, sfamare un affamato è un atto sacerdotale. Giocare con un bambino è un atto sacerdotale. L'amore per i fratelli è in se stesso l'atto sacerdotale più gradito a Dio.

Peccato e peccatore


giovedì 1 gennaio 2015

Dio Padre Maria madre

Dio è Padre perchè "padre" è il termine che più si avvicina a colui che è genitore senza partorire, è Padre nello Spirito. Maria è "mater", in quanto è madre nella materia. Dio è Padre (non in umanamente limitato) anche se, possedendo Egli la pienezza dell'Amore, ha anche quell'amore che noi definiremmo "materno".

Veni, creator Spiritus

Vieni, o Spirito creatore,
visita le nostre menti,
riempi della tua grazia
i cuori che hai creato.
O dolce consolatore,
dono del Padre altissimo,
acqua viva, fuoco, amore,
santo crisma dell'anima.
Dito della mano di Dio,
promesso dal Salvatore,
irradia i tuoi sette doni,
suscita in noi la parola.
Sii luce all'intelletto,
fiamma ardente nel cuore;
sana le nostre ferite
col balsamo del tuo amore.
Difendici dal nemico,
reca in dono la pace,
la tua guida invincibile
ci preservi dal male.
Luce d'eterna sapienza,
svelaci il grande mistero
di Dio Padre e del Figlio
uniti in un solo Amore.
 Amen.


Veni, creátor Spíritus,
mentes tuòrum vísita,
imple supérna grátia,
quæ tu creásti péctora.
Qui díceris Paráclitus,
altíssimi donum Dei,
fons vivus, ignis, cáritas,
et spiritális únctio.
Tu septifòrmis múnere,
dígitus patérnæ déxteræ,
tu rite promíssum Patris,
sermóne ditans gúttura.
Accénde lumen sénsibus,
infúnde amórem córdibus,
infírma nostri córporis
virtúte firmans pérpeti.
Hostem repéllas lóngius
pacémque dones prótinus;
ductóre sic te prævio
vitémus omne nóxium.
Per Te sciámus da Patrem
noscámus atque Fílium,
teque utriúsque Spíritum
credámus omni témpore.
Deo Patri sit glória,
et Fílio, qui a mórtuis
surréxit, ac Paráclito,
in sæculórum sǽcula.
 Amen.

Te Deum laudámus


Noi ti lodiamo, Dio *
ti proclamiamo  Signore.

O eterno Padre, *

tutta la terra ti adora.

 

A te cantano gli angeli *

e tutte le potenze dei cieli:

Santo, Santo, Santo *

il Signore Dio dell'universo.

 

I cieli e la terra *

sono pieni della tua gloria.

Ti acclama il coro degli apostoli *

e la candida schiera dei martiri;

 

le voci dei profeti si uniscono nella tua lode; *

la santa Chiesa proclama la tua gloria,

adora il tuo unico figlio, *

e lo Spirito Santo Paraclito.

 

O Cristo, re della gloria, *

eterno Figlio del Padre,

tu nascesti dalla Vergine Madre *

per la salvezza dell'uomo.

 

Vincitore della morte, *

hai aperto ai credenti il regno dei cieli.

Tu siedi alla destra di Dio, nella gloria del Padre. *

Verrai a giudicare il mondo alla fine dei tempi.

 

Soccorri i tuoi figli, Signore, *

che hai redento col tuo sangue prezioso.

Accoglici nella tua gloria *

nell'assemblea dei santi.

 

Salva il tuo popolo, Signore, *

guida e proteggi i tuoi figli.

Ogni giorno ti benediciamo, *

lodiamo il tuo nome per sempre.

 

Degnati oggi, Signore, *

di custodirci senza peccato.

Sia sempre con noi la tua misericordia: *

in te abbiamo sperato.

 

Pietà di noi, Signore, *

pietà di noi.

Tu sei la nostra speranza, *

non saremo confusi in eterno.

 Amen.


Te Deum laudámus: * te Dóminum confitémur.
Te ætérnum Patrem, * omnis terra venerátur.

Tibi omnes ángeli, *

tibi cæli et univérsæ potestátes:
tibi chérubim et séraphim *

incessábili voce proclamant:

 

Sanctus, * Sanctus, * Sanctus *

Dóminus Deus Sábaoth.

Pleni sunt cæli et terra * maiestátis glóriæ tuae.

Te gloriósus * Apostolórum chorus,

te prophetárum * laudábilis númerus,

te mártyrum candidátus * laudat exércitus.

Te per orbem terrárum *
sancta confitétur Ecclésia,
Patrem * imménsæ maiestátis;

venerándum tuum verum * et únicum Fílium;

Sanctum quoque * Paráclitum Spíritum.

 

Tu rex glóriæ, * Christe.

Tu Patris * sempitérnus es Filius.

Tu, ad liberándum susceptúrus hóminem, *

non horruísti Virginis úterum.

Tu, devícto mortis acúleo, *

aperuísti credéntibus regna cælórum.
Tu ad déxteram Dei sedes, * in glória Patris.

Iudex créderis * esse ventúrus.
Te ergo, quæsumus, tuis fámulis súbveni, *

quos pretióso sánguine redemísti.
ætérna fac cum sanctis tuis * in glória numerári.
 

Salvum fac pópulum tuum, Dómine, *

et bénedic hereditáti tuæ.
Et rege eos, * et extólle illos usque in ætérnum.
Per síngulos dies * benedícimus te;
et laudámus nomen tuum in sæculum, *

et in sæculum sæculi.

Dignáre, Dómine, die isto *

sine peccáto nos custodíre.
Miserére nostri, Dómine, * miserére nostri.

Fiat misericórdia tua, Dómine, super nos, *

quemádmodum sperávimus in te.
In te, Dómine, sperávi: *

non confúndar in ætérnum.
  Amen.