martedì 15 marzo 2016

Scriveva per terra...



   
Gesù si avviò verso il monte degli Ulivi. Ma al mattino si recò di nuovo nel tempio e tutto il popolo andava da lui. Ed egli sedette e si mise a insegnare loro. Allora gli scribi e i farisei gli condussero una donna sorpresa in adulterio, la posero in mezzo e gli dissero: «Maestro, questa donna è stata sorpresa in flagrante adulterio. Ora Mosè, nella Legge, ci ha comandato di lapidare donne come questa. Tu che ne dici?». Dicevano questo per metterlo alla prova e per avere motivo di accusarlo. Ma Gesù si chinò e si mise a scrivere col dito per terra. Tuttavia, poiché insistevano nell’interrogarlo, si alzò e disse loro: «Chi di voi è senza peccato, getti per primo la pietra contro di lei». E, chinatosi di nuovo, scriveva per terra. Quelli, udito ciò, se ne andarono uno per uno, cominciando dai più anziani. Lo lasciarono solo, e la donna era là in mezzo. Allora Gesù si alzò e le disse: «Donna, dove sono? Nessuno ti ha condannata?». Ed ella rispose: «Nessuno, Signore». E Gesù disse: «Neanch’io ti condanno; va’ e d’ora in poi non peccare più».

Gv 8,1-11

Tre sono gli attori della scena. 
Il primo è Dio: Dio che sta nel monte degli ulivi, Dio che sta nel tempio, Dio che insegna al popolo. 
Dio è si incarnato in un uomo, ha assunto un volto, un nome una stirpe e un paese di provenienza; Dio è Gesù di Nazaret della stirpe di David, figlio di Giuseppe e di Maria. Dio si rende uno, solo e riconoscibile.
Il secondo attore è Satana, l'accusatore dei nostri fratelli, colui che li accusa davanti a Dio giorno e notte. Appare nelle sembianze indefinite di una pluralità di scribi e farisei, è un "branco" senza un nome preciso, senza un volto preciso. Satana viene a provocare Dio: "mostrami Signore dove sta la tua giustizia, mostrami o Dio se davvero sei così giusto come pretendi di essere, se davvero davanti a chi trasgredisce la tua Legge sei irreprensibile coome dovresti. Oppure mostrami il tuo limite! Ammetti la tua debolezza."
Satana "mette in mezzo", usa il terzo personaggio.
E il terzo personaggio che appare sembra solo una comparsa, un oggetto più che un soggetto. Il terzo personaggio siamo noi, l'umanità. L'umanità qui ha l'aspetto di  sembianze di una donna, una peccatrice, una che ha trasgredito la Legge, che ha tradito Dio e soprattutto se stessa. Non parla quasi nella scena, è condotta, possiamo facilmente immaginarla trascinata suo malgrado davanti al Maestro. Sola, indifesa, disprezzata. 
"Merita la morte" questa umanità peccatrice: "Lo dica Dio che merita la morte!" Questo è ciò che satana vuol far dire a Gesù.
Satana chiede a Dio: "Che ne fai adesso di questa umanità debole e corrotta, che ti ha tradito, che ha tradito le tue aspettative? La metterai a morte secondo la Legge che il tuo stesso dito ha scritto sulla roccia, davanti a Mosè, o ti mostrerai verso di lei pietoso e incoerente? Se sei Dio sii dunque tutto d'un pezzo: abbandona al suo destino quest'immonda debole creatura, e non tradire te stesso! Mostra che il tuo amore è impotente e limitato. Mostra la pochezza della tua gloria!"
Dio tace, Dio non risponde, e scrive per terra. Scrive col dito, proprio come quando, finito di parlare con Mosè sul monte Sinai, gli diede le due tavole della Testimonianza, due tavole di pietra contenenti la sua Legge la "legge di Mosè" quella citata da Satana a Gesù. Anch'esse erano scritte dal dito di Dio, da quello stesso dito che ora sta scrivendo sulla terra.
Dio scrive come allora, ma non più nella pietra, come ai tempi di Mosè, non più nella dura pietra, bensì nella morbida terra polverosa, nella materia stessa che Egli usò quando, al principio, volle plasmare Adamo. Dio stavolta scrive in Adamo stesso. 

Poi Dio si alza e parla. 
Si alza, ed è chiaro nel suo alzarsi quel che il gesto vuol dire: Io sono Dio! E' chiaro e terribile. Quell'alzarsi di Gesù risuona come un tuono dal cielo: "Chi è come Dio?!"
E poi il Maestro aggiunge «Chi di voi è senza peccato, getti per primo la pietra contro di lei». 
Tu Satana, scribi e farisei, sei forse puro? Sei forse tu Dio? Tu Satana ti proclami pari al Creatore? Sei forse tu senza peccato? Ebbene, se tale tu pensi di essere, - tu, proprio tu che hai per primo commesso il terribile peccato di ribellarti al Signore - allora metti in atto la mia Legge. Fallo tu stesso: scaglia quella prima pietra. La pietra sulla quale il dito di Dio ha scritto la Legge per i cuori di pietra!

Satana è sconfitto, tace e se ne va. 

Adesso Dio si rivolge all'umanità, a quell'oggetto a cui finora nessuno aveva rivolto la parola: donna, mia amata umanità peccatrice, povera creatura mia, pecora sperduta della mia casa, pecora amata: nessuno ha potuto condannarti? Dov'è Satana, si è forse ritirato?
E la donna, l'umanità, divenuta finalmente un soggetto risponde: "Nessuno, Signore!" Sono qui sola, in mezzo, col mio peccato; per le tue parole nessuno mi ha più potuto lapidare. Anche Satana se n'è andato via impotente.

Dio restituisce in quel momento libertà e dignità alla sua creatura: «Neanch’io ti condanno; va’ e d’ora in poi non peccare più». Sei libera figlia mia, le dice, puoi andare, puoi godere della tua libertà, puoi vivere nella libertà, ma non peccare più.

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