Insieme con lui furono crocifissi due ladroni, uno a destra e uno a sinistra.
Uno dei malfattori appesi alla croce lo insultava: «Non sei tu il Cristo? Salva te stesso e anche noi!».
Ma l'altro lo rimproverava: «Neanche tu hai timore di Dio e sei dannato alla stessa pena? Noi giustamente, perché riceviamo il giusto per le nostre azioni, egli invece non ha fatto nulla di male».
E aggiunse: «Gesù, ricordati di me quando entrerai nel tuo regno».
Gli rispose: «In verità ti dico, oggi sarai con me nel paradiso».
Luca 23
L'umanità è compresa tutta lì, in quei due delinquenti che muoiono crocifissi insieme a Gesù. Non possiamo che essere o l'uno o l'altro dei due crocifissi. tertium non datur.
Uno è quell'umanità che ancora di fronte alla sofferenza e alla morte esprime la pretesa: «Non sei tu il Cristo? Salva te stesso e anche noi!». Non invoca, ma sfida: Dio, se davvero tu esisti allora fa ciò che io ti ordino di fare: lenisci le mie pene, salvami dalla morte, e fallo qui e ora, e come voglio io. Se resterò inascoltato sarà perchè tu Dio non esisti o perchè sei ingiusto o, peggio, sei impotente di fronte al male!
Poi l'altro, che è l'umanità che chiede aiuto. L'umanità che non sfida, non pretende, non vuole piegare Dio ad un proprio disegno di salvezza, parziale, provvisorio e terreno, ma che si consegna al disegno di salvezza di Dio, che si affida: «Gesù, ricordati di me quando entrerai nel tuo regno».
Entrambi i crocifissi sono peccatori, entrambi sono "giustamente" condannati alla morte: questa è la condizione dell'uomo, di soffrire e di morire, è la condizione di tutti gli uomini, nessuno escluso. Questo è il frutto del peccato originale.
Entrambi gli uomini si rivolgono a Gesù, a Dio, ma Gesù ad uno solo dà una risposta, a quello che gli si è affidato; all'altro non rivolge niente più che un gelido silenzio. Dio non parla a chi lo sfida, mentre parla con parole di vita eterna a chi si affida. «In verità ti dico, oggi sarai con me nel paradiso».
In un solo istante, in un unica scena, si riassume l'intera vicenda cristiana; ecco i due atteggiamenti opposti dell'uomo rispetto alla croce umana e a quella divina: quello di chi consegna se stesso al Dio-Con-Noi, al Dio-Salvatore che gli si mostra crocifisso accanto, e quello di chi rifiuta la croce e che pretende, al posto del Dio crocifisso, un dio plasmabile e soggiogato alla maniera degli uomini. Ecco ancora il silenzio di Dio a chi non gli si affida, e la risposta di salvezza immediata all'uomo che si fida di Lui.
Ed ecco, infine, il prototipo dell'umanità salvata: il peccatore crocifisso che sta alla destra di Gesù, il buon ladrone, il buon peccatore.
La Salvezza è questa, il Cristo, il Dio che si è incarnato e che ha scelto di morire in mezzo agli uomini. Chi crede in Lui ha la vita eterna.
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Sulla necessità del battesimo
Il crocifisso a cui Gesù annncia il paradiso non è un battezzato. Non ha nulla che lo possa far apparire come un convinto discepolo di Cristo. E allora, come può essere salvato?Il battesimo è ben di più che dell'acqua versata in capo, è la morte dell'uomo vecchio e la nascita dell'uomo libero, libero in Cristo, libero, certo, anche di peccare se usa male della sua libertà.
Il battesimo è il diluvio universale che fa morire la vecchia umanità, ma di essa fa sopravvivere il buon ceppo di Noè.
Il battesimo è il Nilo che porta Mosè alla salvezza. Il battesimo è il Mar Rosso che fa morire e rinascere il popolo d'Israele liberandolo dalla schiavitù d'Egitto.
E il battesimo è l'unzione crismale che consacra il cristiano come figlio di Dio. Nell'unzione cristiana l'uomo è consacrato profeta perchè ascolti e parli la lingua di Dio, re perchè sia servo degli uomini alla maniera di Gesù, e sacerdote perchè sacrifichi la sua vita in nome di Dio per la salvezza di tutti e possa mangiare dell'Agnello presso l'altare.
Il cristiano è profeta in Cristo, re in Cristo e sacerdote in
Cristo, e ciò in virtù del battesimo ricevuto in acqua e Spirito Santo.
Il battesimo è la porta che apre all'esperienza cristiana e alla vita eterna. Senza la porta non si accede alla regalità, alla profezia e al sacerdozio di Cristo. Ma di certo sono la fede, la speranza e la carità che permettono di dare vera vita al battesimo, perchè esso non rimanga una porta chiusa.
Il battesimo è Dio stesso che entra nell'uomo, ma sta all'uomo lasciare che Dio operi in lui la conversione e lo conduca alla vita eterna.
Il "buon ladrone", chiamato san Tito, è andato forse in paradiso senza battesimo? No, perchè il suo "battesimo" era là a pochi metri da lui, crocifisso come lui, era Gesù. E lui l'ha accolto in sè come Salvatore.
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